Descrizione
Stemma comunale
E’ in forma gotico antica, interzato in fasce bianche e rosse. Nacque probabilmente verso la fine del marchesato di Gavi (1060-1202) quando apparvero i primi Consoli del Comune (a testimonianza il patto Alessandria-Asti del 1197 recita “… salva pactione Marchionum de Gavio et Comunis de Gavio”). A data 1336 rimane scolpito su una lapide di pietra posta all’esterno della Chiesa Parrocchiale.
Origine del nome e del Comune
In epoca alto medioevale era Gavium, poi Gavio sino al ‘600. Poi divenne Gavi. Cavatum, da cui deriva, era il centro della Val Lemme, capoluogo della tribù Cavaturina (tavola del Polcevera, 117 a. C.), divenuto poi Gavatium e quindi Gavium.
Il primo documento scritto, conservato presso l’Archivio di Stato di Genova, risale al 972.
Il Comune nella seconda metà del XII secolo, quando Enrico VI, Imperatore figlio del Barbarossa, ne acquisì i diritti.
La storia
Le cronache tramandateci parlano di un'antica Gavi in lotta con Roma, poi da questa conquistata. Si cita l'esistenza di un "castello" sulla vetta della roccia di Gavi: in esso, la leggenda vuole che trovasse rifugio dai suoi persecutori la principessa Gavia.
Caduto l'impero romano, Gavi rimase d'ambito bizantino, poi franco.
Il ritrovamento di resti di armi arabe documenta la presenza dei saraceni (X secolo): da allora la parte est del monte è denominata appunto Monte Moro.
Notizie storiche certe sul Castello di Gavi si hanno verso l'anno Mille. In quel periodo Gavi apparteneva alla famiglia degli Obertenghi. Da questi discese il ramo di marchionato che dal XII secolo assunse il titolo 'di Gavi'. Primo marchese di Gavi fu Guido, insediatosi in loco intorno al 1100, il quale nel 1116 cedette il marchesato al figlio Alberto.
Durante il lunghissimo dominio di Alberto (60 anni) Gavi, contornata da potenze in netto sviluppo, il vasto Comune di Tortona, il Marchesato Aleramico e Genova, e in posizione commercialmente strategica, vide svilupparsi la sua potenza e diventare pedina ambitissima. Gavi si trovò spesso al centro di dispute e di allenze, godendo di un periodo sereno solo durante il dominio dell'imperatore di Svevia Federico I, noto come Federico Barbarossa, legato da parentela e amicizia ai marchesi di Gavi e in possesso di una torre sul Castello in cui soggiornò più volte.
Alla morte del Barbarossa (1190) le sorti del marchesato di Gavi andarono sempre più declinando fino a quando il 16 settembre 1202 con atto ufficiale, passarono ai genovesi il borgo, il castello e la curia, composta da Tassarolo, Pasturana, Montaldo (Rigoroso), Amelio, Croce e Gottorba, e tutto il loro territorio.
Da allora le vicende di Gavi e del suo Forte sono strettamente collegate a quelle della Repubblica di Genova. Nel decennio 1348-1358 Gavi e il suo Castello furono sotto il dominio della nobile famiglia dei Visconti. Nel 1359 Gavi ritorna in possesso della Repubblica di Genova seguendone le vicissitudini fino a quando, tra alterne vicende, ritorna ai Visconti.
La seconda signoria dei Visconti ha inizio nel 1418 poi il castello viene ceduto ai Fregoso e, nel 1468, alla famiglia dei Guasco di Alessandria. Nel 1528 Gavi e il suo Forte ritornano sotto il dominio della Repubblica di Genova. Si apre finalmente un lungo periodo di pace.
Nel 1625, durante la guerra tra Genova e i franco-piemontesi, questi assediarono il Forte di Gavi, il quale resistette strenuamente per 17 giorni al comando del nobile Alessandro Giustiniano.
La battaglia si concluse con la capitolazione del Forte ma, le liti scoppiate in seno ai vincitori, permisero l'arrivo dei soccorsi genovesi, che lo riconquistarono.
E' in questi anni (1626-1929) che il Castello di Gavi assume vero e proprio carattere di fortezza, a seguito dei lavori di ampliamento progettati e diretti da fra Vincenzo di Fiorenzuola.
Verso la metà del '700 la fortezza di Gavi fu per un breve periodo sotto il dominio austriaco. Infine durante il periodo napoleonico fu teatro di battaglia tra le truppe francesi e quelle austriache.
In seguito al trattato stipulato tra Francia, Austria e Inghilterra, nel 1814, la Repubblica di Genova fu soppressa e il suo territorio fu trasferito sotto il dominio del Re di Sardegna Vittorio Emanuele I. Da allora il Forte venne abbandonato e disarmato con decreto del 12 novembre 1854.
Nella seconda metà del 1800 e fino al 1907 divenne reclusorio penale. Durante la I e la II guerra mondiale esso funzionò come campo di prigionia militare per austriaci e inglesi.
E’ in forma gotico antica, interzato in fasce bianche e rosse. Nacque probabilmente verso la fine del marchesato di Gavi (1060-1202) quando apparvero i primi Consoli del Comune (a testimonianza il patto Alessandria-Asti del 1197 recita “… salva pactione Marchionum de Gavio et Comunis de Gavio”). A data 1336 rimane scolpito su una lapide di pietra posta all’esterno della Chiesa Parrocchiale.
Origine del nome e del Comune
In epoca alto medioevale era Gavium, poi Gavio sino al ‘600. Poi divenne Gavi. Cavatum, da cui deriva, era il centro della Val Lemme, capoluogo della tribù Cavaturina (tavola del Polcevera, 117 a. C.), divenuto poi Gavatium e quindi Gavium.
Il primo documento scritto, conservato presso l’Archivio di Stato di Genova, risale al 972.
Il Comune nella seconda metà del XII secolo, quando Enrico VI, Imperatore figlio del Barbarossa, ne acquisì i diritti.
La storia
Le cronache tramandateci parlano di un'antica Gavi in lotta con Roma, poi da questa conquistata. Si cita l'esistenza di un "castello" sulla vetta della roccia di Gavi: in esso, la leggenda vuole che trovasse rifugio dai suoi persecutori la principessa Gavia.
Caduto l'impero romano, Gavi rimase d'ambito bizantino, poi franco.
Il ritrovamento di resti di armi arabe documenta la presenza dei saraceni (X secolo): da allora la parte est del monte è denominata appunto Monte Moro.
Notizie storiche certe sul Castello di Gavi si hanno verso l'anno Mille. In quel periodo Gavi apparteneva alla famiglia degli Obertenghi. Da questi discese il ramo di marchionato che dal XII secolo assunse il titolo 'di Gavi'. Primo marchese di Gavi fu Guido, insediatosi in loco intorno al 1100, il quale nel 1116 cedette il marchesato al figlio Alberto.
Durante il lunghissimo dominio di Alberto (60 anni) Gavi, contornata da potenze in netto sviluppo, il vasto Comune di Tortona, il Marchesato Aleramico e Genova, e in posizione commercialmente strategica, vide svilupparsi la sua potenza e diventare pedina ambitissima. Gavi si trovò spesso al centro di dispute e di allenze, godendo di un periodo sereno solo durante il dominio dell'imperatore di Svevia Federico I, noto come Federico Barbarossa, legato da parentela e amicizia ai marchesi di Gavi e in possesso di una torre sul Castello in cui soggiornò più volte.
Alla morte del Barbarossa (1190) le sorti del marchesato di Gavi andarono sempre più declinando fino a quando il 16 settembre 1202 con atto ufficiale, passarono ai genovesi il borgo, il castello e la curia, composta da Tassarolo, Pasturana, Montaldo (Rigoroso), Amelio, Croce e Gottorba, e tutto il loro territorio.
Da allora le vicende di Gavi e del suo Forte sono strettamente collegate a quelle della Repubblica di Genova. Nel decennio 1348-1358 Gavi e il suo Castello furono sotto il dominio della nobile famiglia dei Visconti. Nel 1359 Gavi ritorna in possesso della Repubblica di Genova seguendone le vicissitudini fino a quando, tra alterne vicende, ritorna ai Visconti.
La seconda signoria dei Visconti ha inizio nel 1418 poi il castello viene ceduto ai Fregoso e, nel 1468, alla famiglia dei Guasco di Alessandria. Nel 1528 Gavi e il suo Forte ritornano sotto il dominio della Repubblica di Genova. Si apre finalmente un lungo periodo di pace.
Nel 1625, durante la guerra tra Genova e i franco-piemontesi, questi assediarono il Forte di Gavi, il quale resistette strenuamente per 17 giorni al comando del nobile Alessandro Giustiniano.
La battaglia si concluse con la capitolazione del Forte ma, le liti scoppiate in seno ai vincitori, permisero l'arrivo dei soccorsi genovesi, che lo riconquistarono.
E' in questi anni (1626-1929) che il Castello di Gavi assume vero e proprio carattere di fortezza, a seguito dei lavori di ampliamento progettati e diretti da fra Vincenzo di Fiorenzuola.
Verso la metà del '700 la fortezza di Gavi fu per un breve periodo sotto il dominio austriaco. Infine durante il periodo napoleonico fu teatro di battaglia tra le truppe francesi e quelle austriache.
In seguito al trattato stipulato tra Francia, Austria e Inghilterra, nel 1814, la Repubblica di Genova fu soppressa e il suo territorio fu trasferito sotto il dominio del Re di Sardegna Vittorio Emanuele I. Da allora il Forte venne abbandonato e disarmato con decreto del 12 novembre 1854.
Nella seconda metà del 1800 e fino al 1907 divenne reclusorio penale. Durante la I e la II guerra mondiale esso funzionò come campo di prigionia militare per austriaci e inglesi.